Seguici su
Cerca

Parrocchiale di San Michele Arcangelo

La Parrocchiale di San Michele Arcangelo, patrono di Gianico, si erge sulle spoglie di un'antica chiesetta a pianta quadrata probabilmente di origine longobarda.

Descrizione

Nella sua forma attuale viene edificata a partire dal 1711, anno nel quale viene distrutta quella precedente e riedificata per ospitare il sempre crescente numero di fedeli (a testimonianza della tendenza vi è l'ampliamento del Santuario di poco successivo nel 1752)

Molto bella è la facciata, a due ordini con quattro lesene e timpano di stile settecentesco. Il portale è in pietra grigia di Sarnico, con begli ornamenti e due colonnette scanalate di tipo tuscanico. Anche la porta lignea è di bella fattura artigianale, intonata al portale.

Il campanile è a base quadrata, con spigoli di granito a bugnato; è coperto da una cupoletta che regge una palla in metallo dalla quale si eleva una Croce in metallo con bandiera del vento inastata.

L'interno, a una navata con quattro altari laterali e una cupola, è di stile barocco.


Il Patrono

Il culto di San Michele Arcangelo in Gianico, festeggiato il 29 Settembre, ha quasi certamente origine longobarda, infatti presso questo popolo era venerato come protettore del regno in quanto protettore della Chiesa universale e comandante delle armate celesti insieme agli arcangeli Raffaele e Gabriele. Egli era inoltre invocato come protettore dagli elementi (aria, acqua, fuoco, terra), fatto che risulta particolarmente significativo e pregnante nella storia di Gianico, paese spesso soggetto alle inondazioni dei torrenti Re e Val Vedetta, oltre agli incendi viste le costruzioni quasi interamente di legno (per questo motivo troviamo anche il culto di San Antonio a Gianico).


Gli affreschi all'interno della parrocchiale ritraggono l'arcangelo Michele nelle scene classiche dell'iconografia ad esso legata: combattimento con lucifero scacciato verso l'inferno con spada sguainata oppure recante in mano una bilancia simbolo di giudizio, un turibolo con incenso o un libro simbolo del suo essere guida celeste. Tutti questi elementi ritornano nei due medaglioni (uno sul sagrato e uno nel pavimento al centro della navata) che richiamano proprio l'arcangelo.