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La Funsciù: la festa della Madonna del Monte

Le feste decennali della Madonna del Monte vanno tradizionalmente sotto il nome popolare di "Funsciù", a indicare l'insieme delle funzioni religiose e dei riti che caratterizzano i tre giorni di festeggiamento in onore della miracolosa effigie conservata e venerata nel Santuario.

Descrizione

L'evento festivo dell'esposizione in parrocchia della statua della Vergine diviene anche l'occasione di una più prolungata sagra paesana, solitamente della durata di cinque giorni, che richiama migliaia di partecipanti da tutta la Vallecamonica.

La statua lignea, a cui fin dal '500 furono attribuite virtù apotropaiche, dal 30 giugno 1963, giorno della sua incoronazione, porta sul capo un diadema d'argento con placche d'oro. La Vergine si presenta assisa in trono, sorregge con la mano destra il Bambino e stringe nella sinistra un libro. Il Bimbo, a sua volta, benedice con la destra e regge il globo del mondo con la sinistra.

La bella statua policroma, che solitamente sovrasta l'altare maggiore del Santuario protetta da una nicchia schermata, viene rimossa il primo giorno della "Funsciù" e portata in processione alla Chiesa parrocchiale, dove sarà oggetto di culto pubblico fino alla sera del terzo giorno, in cui, scortata nuovamente da una processione di fiaccole e torce, farà ritorno al Santuario del Monte.

Le strade, i vicoli, i passaggi tra le case sono addobbati con rami d'abete (dàde o dàse) e fiori di carta, così fitti da simulare un avvolgente bosco fiabesco.

Nei giorni precedenti i festeggiamenti, avvertiti dagli abitanti di Gianico come la loro autentica festa religioso-civile, le vie subiscono una lenta metamorfosi, non solo nell'aspetto esteriore.

La messa in opera degli addobbi incita uomini e donne a rafforzare e a vivere con maggiore intensità i consueti rapporti di vicinato e di parentela.

Agli uomini è destinato il taglio dei rami nei boschi comunali e la loro successiva collocazione lungo i percorsi; alle donne la preparazione di migliaia di fiori di carta multicolori, realistici o di fantasia.

Il Comune si fa carico delle luminarie e un apposito comitato organizza le celebrazioni e le manifestazioni.

Oggi la festa, pur celebrandosi unitariamente, presenta due tempi ben distinti e dei confini reciprocamente demarcati: quello dei riti religiosi, della durata di tre giorni, completamente governato dal parroco, e quello dei festeggiamenti comunali della durata di cinque, governato dal Comune con l'apporto di associazioni, gruppi e singoli.

I territori del sacro e del profano tendono però a confondersi, originando un'interessante contaminazione operata dal sacro sul profano, attraverso la mediazione della cultura.

Nell'edizione del 1989 il Comune di Gianico ha promosso un'inedita mostra dal titolo "Immagini di devozionalità mariana", di tutto interesse anche per il reperimento di antichi affreschi, statue, stendardi, icone ecc., ed un libro su la "Funsciù", che ne raccoglie la storia, le testimonianze, il significato sociale e culturale.

Da parte sua, il profano ha da tempo immemorabile contaminato l'ambito del sacro; Ne sono testimonianza i tradizionali mortaretti e fuochi d'artificio che nel passato furono frequente motivo di contrasto tra il parroco e il comitato.




Link esterno "La Funsciù Gianico"

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Ultimo aggiornamento
14 settembre 2022